Spesso, nel passato, mi chiedevo quale risultato potessi ottenere, cambiando l'ordine degli elementi in una catena audio. In mix, per poter rendere interessante una determinata traccia si può agire su di essa in differenti modi. Allo stesso modo, l'intero processo di mix non dovrebbe essere considerato come un unico processo di bilanciamento di frequenze e controllo delle dinamiche. Ritengo che l'apporto creativo del tecnico del suono a fianco del produttore, sia fondamentale per rendere la song unica ed interessante.
Per questo motivo, vorrei illustrarvi alcune delle catene audio più o meno conosciute e descriverne il comportamento sulle tracce da mixare.
1) Gate -> EQ (sottrattiva) -> Compressore -> EQ (addittiva) -> FX
La situazione tipica, in cui dobbiamo attraverso il Gate e l'EQ, rimuovere i disturbi di fondo del segnale con il primo e correggere eventuali risonanze e frequenze che non contribuiscono al suono con il secondo (eccesso di basse frequenze utilizzando un filtro passa alti ad esempio).
Questo ci permette di entrare nel compressore con un bilanciamento di frequenze ottimale, impedendo al compressore di essere "pilotato" da frequenze indesiderate (come il caso citato di basse frequenze eccessive). La riduzione di dinamica del compressore e l'attenuazione di certe frequenze, potrà essere ripristinata con un successivo EQ (addittivo e/o di recupero ausiliario), a seconda del suo posizionamento in mix e, se è ritenuto necessario, "colorarando" con dei boost il suono originario. Seguono gli effetti, che possono essere utilizzati : o in insert sulla traccia stessa (bilanciando la percentuale wet e dry), oppure attraverso la mandata ed il ritorno su di un canale effetti dedicato (caso tipico dei riverberi).
2) Gate -> Compressore -> EQ -> FX
Probabilmente la seconda situazione più comune, in cui il suono non ha particolari problemi e non necessita quindi di un EQ sottrattiva. Per mantenere un suono naturale, il Gate deve sempre risultare il primo elemento della catena rispetto ad un processore di dinamica (compressore) o effetto. Il motivo è dato dal suo utilizzo, per rimuovere cioè il rumore indesiderato dal segnale prima che venga compresso, equalizzato o effettato.
Mentre sarebbe perfettamente plausibile a livello teorico, posizionare il compressore prima del gate, in quanto farebbe poca differenza sul suono, nella realtà è saggio farlo. Questo, perché, il compressore riduce la gamma dinamica del segnale e, il gate funziona monitorando la gamma dinamica e la rimozione di disturbi o rumori sotto di un certo volume; ponendo la compressione prima, il gate sarebbe più difficile da configurare e rimuoverebbe parte del segnale pulito che si desidera invece conservare. L' EQ, venendo posizionato dopo il compressore dovrebbe svolgere la funzione di "modellare" il suono compresso per inserirlo meglio in mix. Seguono anche qui gli effetti, con la stessa configurazione riportata nella soluzione n°1.
3) Gate -> Compressore -> FX -> EQ
Di nuovo, gli aspetti iniziali di questa disposizione (gate + compressore), manterranno il segnale naturale, ma posizionando l' EQ dopo gli effetti, potremo scolpire le qualità tonali prodotte dall'effetto. Ad esempio, se l'effetto che segue la compressione è la distorsione, il livello del segnale renderà l'effetto di distorsione più evidente sui decadimenti delle note (ricordiamoci che la compressione consente di ridurre la gamma dinamica ma anche di svolgere una funzione di sustain del segnale, utilizzando determinati parametri di attacco e rilascio). Inoltre, poiché la distorsione introdurrà più armoniche nel segnale, alcune delle quali potrebbero non essere piacevoli all'ascolto, l' EQ, alla fine della catena, potrà scolpire accuratamente il suono, per produrre un risultato più controllato e piacevole.
4) Gate -> Compressore -> EQ -> FX1 -> FX2
All'inizio di questa catena, il segnale produrrà i risultati più naturali, ma l'ordine degli effetti (FX1 e FX2) determinerà poi il risultato finale. Ad esempio, se si dovesse mettere il riverbero (FX1) prima della distorsione (FX2), le code del riverbero saranno trattate dalla distorsione, ma se fosse posto in seguito (scambiando cioè l'ordine dei 2 effetti), il risultato non sarebbe così forte in quanto la coda del riverbero non sarebbe trattata. Allo stesso modo, se un delay fosse collocato dopo la distorsione, i ritardi temporali conseguenti del delay, sarebbero quelli del segnale distorto, mentre se il delay fosse posizionato prima, la distorsione applicata successivamente ai ritardi del delay, produrrebbe un suono completamente diverso. Altro scenario : se dei flanger venissero aggiunti a questa configurazione, le cose diventerebbero ancora più complicate, dal momento che questo tipo di effetto è essenzialmente un filtro a pettine con modulazione di frequenza (in inglese "modulated comb filter"). Inserendolo dopo la distorsione, il segnale distorto subirà uno spostamento di fase (in inglese "phasing effect") generando un suono spettacolare, ricco di armoniche. Al contrario, se il flanger fosse collocato prima, l'effetto sarebbe quello di variare l'intensità della distorsione.
Andando oltre (complichiamo le cose!), se il flanger fosse collocato dopo la distorsione, ma prima del riverbero, l'effetto del flanger conterrebbe alcune frequenze distorte, ma la coda del riverbero "bagnerebbe" il flanger, diluendolo. Il risultato che avremo, sarà un suono con un riverbero che modula, come se fosse controllato da un LFO . Le possibilità, come potete notare, sono infinite, per cui vale la pena sperimentare, mettendo gli effetti in un ordine diverso per creare nuove sonorità.
5) Gate -> FX1 -> EQ -> FX 2 -> Compressore
In questa combinazione, mettendo gli effetti uno conseguentemente all'altro, potrebbe risultare utile disporre un EQ dopo la prima serie di effetti. Così facendo, il contenuto tonale potrà essere modificato, in modo che non vi siano frequenze fuori controllo. Questo permetterà di entrare nella seconda serie di effetti, senza confondere ulteriormente il suono. Inoltre, posizionando un compressore alla fine della catena, qualsiasi frequenza enfatizzata introducendo ad esempio un flanger e seguita da altri effetti come distorsori o saturatori, potrà essere riportata sotto controllo con il compressore stesso.
6) Compressore -> EQ -> FX -> Gate
Utilizzando questa configurazione e posizionando il gate subito dopo gli effetti, avremo come risultato che, i segnali già processati di effetto (FX), potranno essere trattati con un uso "creativo" del gate (dall'inglese "gate effect"). Anche se vi è una lunga lista di possibilità, se si utilizza un po 'di fantasia, forse la tecnica più comune è quella di applicare il riverbero ad una cassa o ad un synth lead e, quindi, utilizzare il gate per rimuovere la coda del riverbero. Questo avrà un effetto di ispessimento del suono (maggiore RMS e/o suono più grosso), senza avere come risultato collaterale un suono, la cui definizione viene persa a causa del riverbero applicato.
7) Gate -> FX -> Compressore -> EQ
Anche se è generalmente accettato che il compressore debba venire prima degli effetti, collocandolo subito dopo può avere il suo perchè. Ad esempio, se un effetto filtro (ad esempio un notch filter) è stato utilizzato per amplificare alcune frequenze e questo è stato seguito da flanger o chorus, ciò potrebbe generare degli over clipping sul segnale. Il compressore può essere utilizzato per portare questi "over" sotto controllo, prima di essere modellato tonalmente con l' EQ. E' importante sottolineare che, ponendo ad esempio la compressione dopo un effetto di distorsione, il compressore avrà scarso effetto, poiché gli effetti di distorsione tendono a ridurre la gamma dinamica comunque.
Conclusione : ciò che abbiamo affrontato oggi, sono solamente esempi e situazioni. La pratica e la sperimentazione, rappresenta la migliore strada da seguire al fine di ottenere il risultato migliore possibile. Infatti, gli artisti che sono disposti a sperimentare, spesso producono il più memorabile degli "effetti gratuiti". La sperimentazione è a buon mercato, ma i risultati che si potrebbero ottenere, produrrebbero un valore inestimabile.
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