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Le bande di frequenza, approfondiamo!



Dopo aver illustrato la carta delle frequenze (cioè la relazione stretta che intercorre tra frequenza e nota musicale), entriamo nello specifico, illustrando una situazione reale, legata alla musica pop o rock e andando a definire meglio cosa sono le bande di frequenza (in inglese frequency bands).

Iniziamo ad osservare l'immagine, scorrendola con lo sguardo dall'alto verso il basso. Come potete vedere, ciascuno strumento occupa un determinato spazio (tecnicamente un "range di frequenze" attraverso lo spettro udibile); risulta chiaro inoltre, come alcuni strumenti abbiano rispetto ad altri, un'estensione maggiore e questo ci fornisce un'informazione utile riguardo al loro potenziale collocamento in mix.

Concentriamo ora l'attenzione, sulla parte più bassa dell'immagine. Qui notiamo come lo spettro udibile di frequenze (per l'orecchio umano si considera un range compreso tra i 20Hz ÷ 20Khz), venga suddiviso in 8 gruppi ben distinti. Proviamo a dargli un significato ed una descrizione più dettagliata.

Premessa : Nell'immagine è stata omessa il range di frequenze compreso tra 0 Hz e 20 Hz. Il motivo è semplice, in quanto in questo range non si hanno contenuti musicali apprezzabili. Al contrario, la tendenza in mix è quella di tagliare proprio le frequenze basse qui contenute, perchè spesso contengono artefatti, rumori, interferenze di segnale.

Nello specifico, le componenti di frequenze comprese tra 0 Hz ed 1 Hz, vengono definite DC Offset e devono essere necessariamente eliminate.

Vi rimando a questo link per un approfondimento : https://it.wikipedia.org/wiki/DC_offset

Sub-Bass Frequencies (20Hz ÷ 40 Hz) : A frequenze così basse, generalmente è molto difficile se non impossibile determinare l'intonazione e cioè riconoscere la nota musicale. Questo range di frequenze è solitamente occupato dall' area più grave di alcuni strumenti musicali come cassa e basso ad esempio. Da sottolineare come la maggiorparte di sistemi di altoparlanti e monitor near-field non siano in grado di riprodurre tali frequenze. Generalmente tutti i segnali in questo range vengono tagliati con opportuni filtri passa-alti (con pendenze di taglio variabili a seconda del suono e del suo collocamento in mix), in modo da prevenire perdite di volume in impianti stereo hi-fi e prevenire danni (overload) nella risposta delle basse frequenze negli impianti PA system di club e discoteche.

Bass Frequencies (40Hz ÷ 160Hz) : Tipicamente, è il range dove risiedono le frequenze fondamentali di cassa e basso. L'uso attento dell'eq in mix in questo particolare range, consente di aumentare (boost) o ridurre (cut), attraverso il gain, determinate frequenze specifiche per aggiungere definizione e presenza a cassa e basso. Qui è dove risiede il punch o nel gergo comune la "botta", che fa muovere il woofer dell'altoparlante.

Upper Bass Band Frequencies (160Hz ÷ 300Hz) : Un range fondamentale e allo stesso tempo critico per importanti strumenti, in quanto risede il calore ma anche la perdita del dettaglio, la confusione tra i suoni, se si esagera con il gain dell'eq. Qui, troviamo le frequenze fondamentali per rullante, toms, chitarre e voce maschile.

Low-Mid Frequencies (300Hz ÷ 800Hz) : Un range critico per vari aspetti, tra cui le numerose risonanze di molti strumenti musicali, che risiedono proprio qui. E' comunemente conosciuto, come il range in cui si definisce un mix confuso e con poca definizione. Questo range è spesso responsabile di un ascolto affaticante per l'orecchio, soprattutto quando troppi suoni risultano essere presenti contemporaneamente in quest' area.

Mid-Range Frequencies (800Hz ÷ 2,5Khz) : E' il range dove l'orecchio umano risulta essere particolarmente sensibile a variazioni di gain. E' inoltre il range, dove i monitor speakers producono la maggior parte della loro energia. Interventi troppo marcati di gain, avranno come risultato un suono duro, nasale, per nulla piacevole.

Upper Mid-Band (2,5Khz ÷ 5Khz) : E' la parte più alta del "True Mid-Range" (lo spettro di frequenze che viene denominato così e che è compreso tra gli 800 Hz ai 5 Khz). Qui l'orecchio umano risulta essere più sensibile. Il motivo risiede nel fatto che la voce umana e la sua intelligibilità è centrata proprio qui. Qualsiasi variazione di gain, anche minima, sarà percepita con maggiore intensità, fino anche a 10 dB, a parità di boost rispetto ad altri range udibili. Ciò pone particolare attenzione nel trattare suoni, strumenti e voce stessa, in quanto, a gain elevati, avremo come risultato un suono non piacevole, stridente e duro, affaticando l'ascolto.

High Frequencies Brightness (5Khz ÷ 10Khz) : Range ricco di armoniche, sibilanti della voce (soprattutto tra i 6,5Khz e gli 8,5Khz). E' l'area dove risiede spesso il "corpo" di hi-hats e cymbals. Occasionalmente un paio di dB sono sufficienti per rendere i suoni più brillanti.

Ultra-High Frequencies Brightness (10Khz ÷ 20Khz) : L'ultimo range di frequenze, che spesso contiene elementi delle alte frequenze di hi-hats e cymbals. Un leggero boost con uno shelving eq, impostato a 10Khz oppure a 12Khz, conferirà al contenuto musicale di una traccia un suono di alta fedeltà ed una percezione stereofonica più ampia. Può inoltre aggiungere maggiore dettaglio, senza introdurre alcun affaticamento all'ascolto. In ogni caso un boost in quest'area, può intensificare rumori non desiderati di fondo, come sibili ad esempio, pregiudicando la qualità complessiva della traccia stessa.

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