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Acustica Audio Viridian : Rarità Analogiche per la vostra DAW



Ogni volta che esce un nuovo prodotto di Acustica Audio, le mie aspettative sono decisamente alte. Seguendo attentamente ed utilizzando i loro prodotti quotidianamente da oltre 8 anni, posso dire con certezza che la tecnologia proprietaria a convoluzione di casa Acustica si è affinata sempre di più in fatto di realismo ed accuratezza, offrendo, nel mondo musicale costellato da migliaia di plugins, una voce fuori dal coro. La caratteristica principale dei loro prodotti è quella di ricercare ad emulare outboard analogici più o meno conosciuti ed in alcuni casi estremamente rari. E’ il caso quindi di parlare di VIRIDIAN. Viridian è una channel strip completa, dal suono decisamente colorato, comprendente sezione pre, eq e compressore. Naturalmente, alla channel strip (che richiede come per altri prodotti di Acustica Audio risorse computazionali importanti), si affiancano i moduli delle varie sezioni caricabili individualmente, in modo da utilizzare solo ciò che è necessario, ottimizzando quindi il carico della cpu. Ora, nel mio caso, è importante sottolineare che, occupandomi prevalentemente di mastering, pongo sempre una certa attenzione a cosa succede quando un "colore" si aggiunge alla catena analogica abituale. Questo perchè ottenuto un buon bilanciamento tra eq e compressione è facile lasciarsi prendere la mano (passatemi il termine), rovinando a tutti gli effetti il master. Data la sua colorazione ed il carattere che non passa di certo inosservato, la sfida è stata quella di provare ad integrarlo, nella sessione di uno Stem Mastering concluso in questi giorni (trattasi del nuovo singolo pop/rock di Serena Agosta registrato presso il Rec Musica Studio di Saretto Emmolo). Ma in sostanza, di che suono parliamo? Sono state campionate per l'occasione una console vintage valvolare (made in Germany) del periodo compreso tra gli anni '50 e '60. Si aggiunge una console vintage, anche questa valvolare (made in UK) del periodo compreso tra il '60 ed il '70. Ma questa è solo una parte della storia. Il punto di forza di questa channel strip è la presenza di ben 6 preamplificatori selezionabili, 3 moduli differenti di compressore, oltre a 3 moduli di equalizzatore che possono interagire tra loro su tutta la banda di frequenze. Vediamoli nel dettaglio. PREAMP PRE1 (A72): Pre Stereo, si caratterizza per il suono brillante ma con una componente di saturazione data dalla presenza delle valvole nel circuito originario della console vintage teutonica. PRE2 (A72S): Pre Stereo, trattasi della versione del Pre1 (A72) ricco di distorsione armonica, utile nel caso si decida di colorare volutamente una sorgente sonora. PRE3 (A69): Pre Mono, emulazione del canale microfonico della console vintage britannica con trasformatori in ingresso ed uscita. PRE4 (A700): Pre Mono, emulazione ottenuta accoppiandolo con il relativo compressore (un raro FET made in UK noto per il suono aggressivo). Il manuale in dotazione consiglia di utilizzare il pre in questione, attivando il relativo compressore, separatamente caricando un’istanza a parte, oppure se state utilizzando la channel strip nella sezione apposita posta nella parte inferiore. In questa modalità il suono è cattivissimo! PRE5 (A760): Pre Mono, derivato dal circuito di una fedele riproduzione di compressore FET (made in UK) ormai introvabile. Il campionamento ha previsto i trasformatori in ingresso ed uscita, rendendolo particolarmente adatto a suoni rock, drums incluse! Anche in questo caso se si attiva il relativo compressore, la catena si completa rendendo la scelta di questo pre adatto a strumenti percussivi, ingrossando naturalmente il suono di partenza. PRE6 (APIE): Pre Mono, dal grande carattere e con il suono proiettato in avanti. Emulazione derivata dal campionamento della sezione pre di un compressore british PWM degli anni ’60. Lo potrei definire un pre adatto a quasi tutti gli strumenti, perché dotato di un suono piuttosto versatile. Non a caso è stata la mia scelta per la realizzazione del master. EQ La sezione equalizzatore è piuttosto articolata e meriterebbe uno spazio più esteso per essere trattato opportunamente, fortunatamente le spiegazioni contenute nel manuale sono ampiamente esaustive. Brevemente, un modulo EQ A 4 bande che può prevedere una situazione ibrida tra bande della console vintage tedesca e quella britannica. Anche solo attivando le bande (senza agire sui potenziometri di gain e frequenza) si ottiene una colorazione caratteristica e differente a seconda del tipo di console utilizzata. Nel mio caso ho preferito accedere alla sola colorazione del segnale, preferendo la console british che meglio si addiceva all’accoppiata del pre, in modo da non alterare il balance ottenuto già in precedenza. COMP Come già menzionato nella la sezione PRE, il suono per essere completo ritrovando il carattere ed il sapore originario necessita del proprio compressore. 3 modelli a disposizione : A-700: Derivato da un compressore/limiter FET progettato per il broadcasting. Inutile dirvi che la sua anima è decisamente Rock! A-760: Rispetto al modello precedente abbiamo a disposizione il potenziometro del tempo di attacco, il che lo rende sicuramente più versatile, ma conservando al tempo stesso il suono “gigante” dell’ A-700. A-PIE: Il mio preferito (sono di parte lo so), ma in un contesto di mastering non poteva essere altrimenti. Emulazione di un’unità a stato solido degli anni ’60 in UK. Suono inaspettatamente profondo che per le sue caratteristiche di relativa trasparenza (rispetto a tutto il resto lo è), trova la sua migliore collocazione come bus compressor, creando quella magia che tanto si ricerca a volte in situazioni in cui manca coesione tra gli elementi del mix oppure quando l’effetto “glue” è preferibile. Se siete alla ricerca di un pumping compressor che alteri il vostro mix o master siete decisamente fuori strada, se invece ricercate calore, rispetto dei transienti, aumentare il loudness della traccia prima della fase del limiting questo compressore fa decisamente al caso vostro. Conclusioni : A mio avviso, oggi, l'utilizzo di hardware e software plugins a questi livelli, permette di ottenere il massimo possibile in una produzione. Va detto, che ciò è vero a patto di conoscere al solito bene i propri “tools” di lavoro. Nel mio caso la sfida è stata vinta anche in questa sessione delicata di mastering, in cui inizialmente potevo anche avere delle riserve data la colorazione ed il carattere a disposizione di questa channel strip. In realtà, i ragazzi di Acustica Audio hanno fatto davvero un ottimo lavoro, permettendo di ottenere il giusto equilibrio, combinando opportunamente i vari moduli presenti. Viridian si è dimostrato essere all’altezza della situazione come tanti altri prodotti presenti nel catalogo Acustica Audio…in questo caso Made in Italy!

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